Nel corso del mese di gennaio sono apparse, tra gli articoli di Fumettologica, due interviste che ho fatto a questo allegro ragazzo morto che si chiama El Tofo, il cantante dei Tre allegri ragazzi morti, meglio conosciuto in ambito accademico come Davide Toffolo, quello di Pasolini.
L'occasione per incontrare questo autore, musicista, rockstar, di un immaginario per cui provo molto amore è stata l'uscita del suo nuovo libro a fumetti, Graphic novel is dead.
La prima è una puntata della rubrica #tavolidadisegno:
Nello studio di Davide Toffolo
in cui abbiamo chiacchierato di "come" lavora, documentando il suo studio di Pordenone con una classica bella gallery di foto.
La seconda è una puntata della rubrica #profili:
Davide Toffolo: Venti anni da allegro ragazzo morto tra fumetti e musica. Intervista
Qui parliamo di quello che c'è stato (gli esordi della carriera) e di quello che ci sarà (i nuovi progetti e l'anno di festeggiamenti per i primo 20 anni dei TARM), passando per quello che c'è stato in mezzo: l'artista e le sue opere (con altre belle foto).
Ecco un brevissimo estratto:
" [...] Il fumetto vive di forme, di oggetti. Con la graphic novel è la prima volta nella storia del fumetto mondiale che esiste una forma diciamo globalizzata per il fumetto. La prima volta. Ed è proprio la forma fisica cioè la dimensione, 17×24, la quantità di pagine, il fatto che sta in libreria, venduto come un libro. Se penso al fumetto, penso ai comic book americani (24 pagine a colori), penso al fumetto d’avventura italiano (96-100 pagine, bianco nero), penso al cartonato francese (48-64 pagine a colori), penso ai sudamericani (che da noi sono arrivati in giornalini antologici), penso ai manga giapponesi. E invece la graphic novel, una forma condivisa e globalizzata, puoi produrla a Pordenone come a Istanbul o New York o Berlino".
Se ancora non l'avete fatto, vi consiglio di leggerle.
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