25 marzo 2013

Diaframma live al Black Out: la botta d’energia del rock

Federico Fiumani @ Black Out Rock Club
Cronachetta numero sette.

Io sono una Diaframma Ultras, lo sanno tutti. Ma ho tenuto l'anima concentrata per scrivere il pezzo come si deve. In questa data mi ha accompagnato la brava Alessia Mastroiacovo che ha scattato le foto che potete vedere sul sito "Roma da leggere".


14 marzo 2013

Il gatto Morgan


Avevo sedici anni ed ero una fan dei Bluvertigo, per questo quando adottammo Morgan, lo battezzai così, senza dubbio. Mia madre invece avrebbe voluto chiamarlo "Bebeto" come il calciatore brasiliano. 
Maddai!

Ogni tanto torno a trovare i miei, e lui mi viene incontro, miagola e fa mille versi poi e mi guarda con quegli occhioni azzurri da vecchio saggio, che non so spiegare. 

Se cercate un micino, mi sento proprio di consigliarvi un Sacro di Birmania, come lui. 


13 marzo 2013

Ulli Lust al Goethe Institut

Ho intervistato l’autrice austriaca Ulli Lust (berlinese d’adozione) al Goethe-Institut di Roma il 12 marzo 2013, in occasione dell’inaugurazione della mostra dedicata alla presentazione dell’edizione italiana del suo “Troppo non è mai abbastanza” (Coconino-Fandango) graphic novel che, nell’edizione francese, ha vinto il “Prix révélation” al Festival del fumetto di Angoulême 2011. 

Ulli Lust al Goethe Institut - Rom

11 marzo 2013

Beach House a Roma, Piper Club

Beach House @Piper Club photo @odrella

Sesta cronachetta.

È domenica (non chiedetemi che ora sia) e so che ho dimenticato di chiedere l'accredito per questo concerto che aspetto da due mesi (!) Sul comodino il biglietto preso per un soffio.
Ok, più tardi mi preparo e vado.

Fa sempre piacere andare al Piper, un po' perché il mio cervello comincia a vagheggiare intorno a dei sedicenti anni sessanta tutti lustrini, fatti di complessi beat e ragazze in minigonna, dall'altro perché il locale si trova in un quartiere romano veramente bello, un caseggiato risalente ai primi del Novecento denominato "Quartiere Coppedè" che occupa l'area tra via Tagliamento e Piazza Buenos Aires.

Scesa dal tram butto l'occhio verso il locale e vedo un serpentone lunghissimo di hipsters in fila - neanche ci fossero i saldi da American Apparel - che fa l'intero giro del palazzo. A fianco un bellissimo tour bus bianco a due piani, di quelli che mi piacciono tanto, enorme ( oh, i gruppi americani si che sanno viaggiare come si deve).

Tocca armarsi di santa pazienza e attendere che ci facciano entrare. Ma ne vale la pena per vedere il duo di Baltimora (Scally e Legrand) che ha monopolizzato i miei ascolti per più e più settimane, riportandomi nella placenta rassicurante del dream pop, o meglio, come preferisco io, dello shoegaze: i Beach House.